Come molti sanno nel nostro paese esistono numerosi centri specializzati nella procreazione medicalmente assistita (il che include l’inseminazione artificiale) specializzati nelle più disparate tecniche e dotati di specialisti in vari campi quali ginecologi, biologi, andrologi, e genetica.
La prassi in questi centri è generalmente come segue: si fanno visite a livello andrologico e ginecologico, e di assistenza genetica (questo dopo aver esaminato la storia medica dei futuri pazienti).
La visita col ginecologo comprende l’analisi della cartella clinica della paziente, la prescrizione di eventuali esami, oltre ad ovviamente una specifica visita ginecologica allo scopo di esame accurato di utero e ovaie.
La visita con l’andrologo comprende l’analisi della cartella clinica del paziente, la prescrizione di eventuali esami, si analizzano gli spermatozoi del paziente. Il tutto volto all’ottenimento del miglior risultato con procreazione medicalmente assistita o inseminazione artificiale.
Per quanto riguarda l’assistenza genetica si analizza anche qui la storia medica dei futuri pazienti, viene stabilita quale sia l’anomalia genetica presente, si illustra ai due le varie possibilità per raggiungere l’obbiettivo desiderato, con tutti gli annessi e connessi.
In alcuni casi possono essere richiesti esami del sangue.
La terapia più adatta per la futura inseminazione artificiale
Effettuati tutti gli esami necessari si può procedere con la terapia più adatta, anche qui la coppia viene informata di tutti gli annessi e connessi relativi alla terapia che dovrà essere messa in atto, oltre a fornire tutte le spiegazioni eventualmente richieste dai due.
Una fase decisiva è quello dello stimolo delle ovaie, per questo vengono usati medicinali appositi, in base a differenti procedure, stabilite dall’anzianità della donna e alla sua storia medica e dallo stato delle ovaie. Questo trattamento viene svolto in un arco di tempo che va da una decina di giorni a una ventina.
Vengono fatti esami del sangue ed ecografie, questo per verificare l’effetto dei medicinali sulla paziente.
Si effettua poi un prelevamento degli ovociti tramite la vagina, fatto generalmente con una anestesia locale
e vengono forniti degli antibiotici.
L’ovocita viene poi esaminato per controllarne l’aspetto e la sua maturità, in base a questo si può stabilire se è possibile effettuare una procedura di inseminazione in vetro o artificiale.
Quasi in contemporanea con il prelevamento degli ovociti alla donna, all’uomo viene raccolto lo sperma, questo viene poi trattato con metodologie atte ad aiutare la possibilità che possa effettivamente effettuare la fecondazione. In seguito a quanto sopra gli spermatozoi vengono esaminati per trovare eventuali anormalità negli stessi.
Viene poi inserito uno spermatozoo nell’ovocita e questa operazione porta alla creazione di un embrione, questo dopo un periodo di meno di una giornata (tra le diciotto e le venti ore), dopo uno o due giorni si fa un’ulteriore verifica sullo stato dell’embrione.
Questa procedura di verifica è di importanza decisamente rilevante, l’embrione viene poi sottoposto ad una analisi biologica.
Se tutto risulta nella norma viene effettuata la fase successiva, ovvero lo spostamento dell’embrione all’interno dell’utero femminile. Per effettuare tale operazione non occorre alcun tipo di anestesia dato che non provoca alcun dolore nella donna interessata. A grandi linee quanto sopra è ciò che viene effettuato per favorire l’inseminazione artificiale.