Svezzamento classico o autosvezzamento: quale scegliere?

Al giorno d'oggi esistono innumerevoli filosofie di vita, ancor di più quando si parla di bambini e di educazione degli stessi.
E' sempre opportuno osservare i vari argomenti da ogni punto di vista, mantenendo occhi critici ed al contempo rispettosi relativamente a divergenze di opinione.
Si può apprendere un valido insegnamento ed una valida pratica unendo differenti idee ed attitudini.

L'educazione passa anche attraverso l'alimentazione, soprattutto in tenera età, come ogni stile educativo, anche la nutrizione comprende differenti correnti di pensiero.
Nei primi mesi di vita il bambino cresce e si nutre grazie al latte materno o artificiale, verso i 6 mesi, come indicato dall’OMS e dal Ministero della Salute, inizia il periodo comunemente chiamato dello svezzamento, durante il quale, come descrive la parola stessa, il bambino abbandona un'abitudine, il verbo svezzare significa proprio "togliere il vizio", in questo caso quella dell'assunzione esclusiva di latte come fonte di nutrimento, anche se il "succhiare il latte" è sempre stata una necessità per il bambino, proprio per sopravvivenza.

Il presupposto sul quale in genere tutti gli schemi di svezzamento si basano è che fino al sesto mese compiuto di età il latte materno costituisce il migliore alimento possibile per il bambino perchè la sua completezza, i suoi nutrienti e il suo valore psicologico e relazionale fanno sì che non necessiti di alcuna integrazione.

Diverso è però, quando il bambino viene allattato con latte artificiale, che viene utilizzato in caso di intolleranza al latte proveniente da animali d'allevamento, allora è anche possibile anticipare di qualche settimana l’inizio della fase dello svezzamento.
Oggi possiamo individuare due principali tipologie di questa primissima fase dell'alimentazione: classico ed autosvezzamento.
 

Svezzamento classico

La frutta è il primo alimento previsto nello schema classico di svezzamento, si inizia solitamente con uno spuntino a base di: prugna, mela o banana.
In generale secondo con lo svezzamento classico bisognerebbe introdurre step by step gli alimenti partendo dai meno allergizzanti e più digeribili, per arrivare, al compimento dell'anno di età, ad un'alimentazione libera e variegata.

In questo tipo di svezzamento è l’adulto che supporta il bambino, guidandolo ad introdurre i cibi in bocca con il cucchiaino.
 

Autosvezzamento

L’autosvezzamento può essere considerato una nuova tendenza, il bambino sceglie in autonomia quali alimenti mangiare, attraverso dunque il suo istinto ed i suoi gusti, decide quanto mangiare ed introduce i cibi in bocca come più gradisce.
Questa tipologia di svezzamento utilizza però per lo più "alimenti casalinghi", gli stessi cioè che assumono gli adulti.

Una certa gradualità dovrebbe essere seguita, perché il bambino necessita di tempo per adattarsi a nuovi sapori e consistenze. L'ideale sarebbe inserire un alimento alla volta, riproponendolo per due o tre giorni prima di passare ad un altro.

Poi, vi sono alcuni principi che dovrebbero esser seguiti, ad esempio:

  • della semplicità;
  • della qualità.

Tutto ciò richiede da parte dei genitori consapevolezza ed una cultura alimentare, particolare attenzione andrà posta alla varietà dei cibi proposti al bambino.

Nell'autosvezzamento, è il bambino a dover dimostrare interesse verso il cibo, da quel momento sarà possibile iniziare, dunque potrebbe anche non corrispondere necessariament ai 6 mesi di età.
Inoltre, secondo alcuni recenti studi, protrarre eccessivamente l'introduzione di determinati alimenti potrebbe anche aumentare il rischio di allergie.
Oggi l'autosvezzamento può essere visto come un'opportunità per invitare i genitori a rivedere e migliorare anche il proprio stile alimentare.

In base a tali considerazioni generali e dunque dopo aver raccolto un pò di conoscenza su entrambe le tipologie di approccio, al giorno d'oggi è forse preferibile direzionarsi verso scelte più libere, guidate dall'istinto naturale del bambino, affidandosi comunque sempre al parere di pediatri e di professionisti, fondamentale perciò accantonare di partenza l'idea del "fai da te".