Come fare gli oleoliti
Le più attente avranno notato che il sito ha subìto un restyling importante: ho cambiato nome e grafica, inserito la newsletter (a proposito, ti sei iscritta? C’è un regalo per te, corri!) e sono in arrivo altre novità. La prima è che dopo diversi anni di latitanza, ricomincerò a curare il blog regolarmente.
Veniamo al post: come dice il titolo, oggi parliamo di oleoliti. Gli oleoliti sono estratti ottenuti per macerazione in olio di foglie, fiori, frutti, radici: per sapere quale parte di pianta usare bisogna conoscere qual è la droga di quella pianta, cioè la parte che presenta il maggior contenuto di costituenti attivi.
Regole di base per fare un oleolito
In un oleolito generalmente la pianta rappresenta il 15-20% dell’estratto finale, dunque si usano 150-200 grammi di pianta per un litro di olio. Per evitare i processi ossidativi che farebbero irrancidire gli oli, si aggiunge lo 0.3% di Vitamina E (calcolata sul totale dell’olio).
Per facilitare il processo di estrazione la pianta andrebbe ridotta in pezzi (non polverizzata) co da aumentare la superficie di vegetale a contatto con l’olio e migliorare l’estrazione; erbe, fiori e foglie andrebbero quindi tagliati grossolanamente; radici, cortecce e legni andrebbero ridotti in piccoli pezzi; semi e frutti andrebbero contusi.
La macerazione naturale avviene al sole in recipienti di vetro scuro (fino a un certo punto l’aumento di temperatura favorisce l’estrazione, ma i raggi diretti del sole danneggerebbero i componenti per questo il vetro deve schermare i raggi UV) per un periodo variabile secondo la pianta.
Come fare gli oleoliti
Come si fa un oleolito? È molto semplice: sistemi la droga da estrarre – opportunamente ridotta in pezzi o contusa – in un barattolo di vetro scuro o rivestito esternamente, copri con l’olio in cui si hai disciolto la vitamina E e metti il barattolo a macerare al sole. Almeno tre volte al giorno dovrai agitare il recipiente, per fare in modo che la pianta venga a contatto con olio “vergine” e l’estrazione sia più efficace (l’olio a contatto con la pianta diventa saturo di componenti estratti, agitare il barattolo serve a spostare quell’olio e a far andare a contatto con la pianta altro olio non saturo).
Se hai usato piante essiccate, al termine della macerazione dovrai recuperare l’olio, spremendo la parte vegetale (in genere si fa con un torchio, a casa si schiaccia la droga su un colino), poi farai riposare per 24 h e infine filtrerai su carta.
Partendo da pianta fresca il procedimento è un po’ più complicato perché bisognerebbe eliminare la parte acquosa, e questo in genere si fa per decantazione o tramite imbuto separatore; dopo la separazione, anche in questo caso si fa riposare per 24-48 h e si filtra su carta; alcuni oleoliti possono essere fatti solo da pianta fresca (ad esempio: iperico, elicriso, ciclamino).
Le piante da usare puoi raccoglierle tu, se hai esperienza in riconoscimento delle erbe spontanee, oppure puoi acquistarle in erboristeria: utilizza piante di qualità, non ti accontentare.
L’oleolito puoi poi utilizzarlo per preparare cosmetici in casa oppure usarlo così com’è per effettuare massaggi specifici in base alle proprietà della droga che hai scelto.
Nella foto qui a sinista trovi una tabella tratta dal “Manuale delle preparazioni erboristiche” (Bettiol-Vinceri, edizione Tecniche nuove), con le indicazioni per la preparazione dei principali oleoliti: se ci clicchi sopra puoi vederla ingrandita. La foto in alto al post è invece di Ricky Kharawala.
Se hai dubbi o domande su come fare un oleolito o vuoi condividere la tua esperienza con gli oleoliti, commenta questo post qui o su Facebook.
Se invece è tutto chiaro, inizia a preparare i tuoi oleoliti e fammi sapere come è andata.
Ti aspetto la prossima settimana con un nuovo argomento qui sul blog.
Fonte: Come fare gli oleoliti