Le tariffe flessibili e competitive degli operatori virtuali, rendono questi ultimi sempre più appetibili agli occhi degli abitanti dello stivale.
È anche vero che con le novità dell’ultimo decennio la maggior parte degli italiani sembra fare ancora fatica a distinguere le differenze tecniche e organizzative tra operatori virtuali e operatori reali.
Prima di descrivere le compagnie telefoniche virtuali, tocca comprendere che, mentre gli operatori reali, quelli presenti da molto tempo sul territorio, possiedono una propria infrastruttura di rete, quelli virtuali, per poter operare in un determinato luogo, devono invece appoggiarsi sulle reti di altri operatori.
Il cliente che adoperi un operatore MVNO( Mobile Virtual Network Operator) noterà che sul proprio cellulare la rete sia configurata comunque su quella di un operatore con struttura fisica. Aziende come Tim, Vodafone, Iliad, ad esempio, possiedono una propria infrastruttura.
Mentre gli operatori virtuali, no; tra questi i più noti sono:
- BT Mobile
- Kena Mobile
- Digi Mobil
- Lycamobile
- Postemobile
- Fastweb Mobile
Perché gli operatori telefonici virtuali sono di moda?
Il primo fattore da tenere in considerazione è che, non avendo costi di gestione logistica e di manutenzione delle strutture, gli operatori virtuali possono permettersi il lusso di offrire tariffe davvero convenienti: qualche anno fa dire di avere 50 giga di Internet, messaggi e chiamate illimitati pagando tra i 5 e gli 8 euro al mese sarebbe sembrata pura utopia, ma adesso è normalità.
D’altronde, in un mondo fatto sempre più di libero mercato, bisogna aspettarsi che la competizione internazionale faccia calare i prezzi.
Tocca poi considerare che le persone decise a vivere un tantino distanti dalla tecnologia preferiscono le tariffe a consumo, lanciate proprio dagli operatori virtuali, con vincoli anche temporali, esse sono un altro elemento che permette il risparmio ai clienti che facciano un utilizzo limitato o discontinuo del telefono.
Leggendo le Recensioni di Kena Mobile, inoltre, si può notare che i vantaggi non siano meramente economici, poiché le compagnie come Kena, possono investire gran parte del proprio denaro nell’attenzione al servizio clienti, rendendo semplicissimo contattare gli operatori e farsi assistere nelle più svariate maniere: c’è il servizio clienti, il fai da te, la mail, il fax, i canali social e addirittura la Live Chat.
Smartphone o mini computer portatili?
Negli anni ’90 il cellulare veniva usato prevalentemente per fare chiamate. Poi c’è stato il boom degli SMS, da cui sono proliferate le storie d’amore supportate grammaticalmente dal T9. Ed ecco che nel 2020 l’utilizzo degli smartphone sembra sempre più scisso da quella che era la funzione telefonica del cellulare: bambini, adolescenti, ragazzi o adulti, i risultati non cambiano. Lo smartphone viene utilizzato sempre più come qualche anno fa si sarebbe usato un computer portatile.
Quasi la metà degli utenti afferma di averlo tra le mani per almeno cinque ore al giorno. Uno su quattro, addirittura, supera le sette ore al giorno. Secondo uno studio di Counterpoint Research, il 64% dei consumatori utilizza lo smartphone essenzialmente per navigare sul web, il 62% anche per giocare e soltanto il 56% “per telefonare”. Non a caso Apple, azienda che ha, di fatto, dato il via alla moderna maniera di utilizzo degli smartphone, viene riconosciuta dalle persone di tutto il mondo come azienda leader nella telefonia globale.
Ecco il segmento di mercato che le compagnie telefoniche sanno di doversi accaparrare! Pare chiaro che una compagnia nata e diffusasi in rete possa avere dei grossi vantaggi economici su quelle nate e basatesi un po’ sulla “vecchia scia”.
D’altronde il connubio tra assenza di rete propria, assenza di negozi, tanti servizi e tanto marketing, non suona affatto male per far soldi con la generazione Y, quella degli adolescenti contemporanei.