Amianto a Roma: quali le zone e le strutture più esposte

Molto comune in natura, l'amianto (definito anche asbesto) è un minerale che, per le sue caratteristiche, è stato utilizzato ampiamente fino agli anni '80 sia per il rivestimento di edifici e mezzi, quali navi, aerei e treni, e sia per la realizzazione (sotto forma di composto, noto anche come Eternit) di tegole, vernici e pavimentazioni, oltre che usato per tanti altri materiali. In seguito, la scoperta che le sue polveri sono nocive per la salute umana ne ha portato al bando in diversi Paesi europei, Italia compresa. Nonostante siano passati diversi anni dal divieto di utilizzo nel nostro Paese, tante sono le città e le strutture dove è ancora presente, tra cui la Capitale. Di conseguenza, esso è divenuto uno dei problemi più urgenti e importanti da risolvere per la sicurezza sul lavoro a Roma e in tante altre località italiane. Nella Capitale in particolare, sono diverse le aree e le strutture, anche pubbliche, che presentano o hanno presentato evidenti tracce di questo minerale e delle sue micidiali polveri.

 

Un esempio eclatante è stato il Velodromo dell'Eur, costruito in occasione delle Olimpiadi del 1960, che è stato demolito nel 2008. Questa operazione ha permesso di scoprire la presenza di amianto, rimasto tuttavia nei resti dell'impianto presenti nell'area. Un'altra struttura dove è possibile rinvenire questo pericoloso minerale è l'aeroporto di Fiumicino, a causa della dispersione delle polveri avvenute nei decenni scorsi per colpa di vecchi aerei, in cui si utilizzava ancora l'amianto. A rischio sono stati anche alcuni studi della Rai, tra cui quelli di via Mazzini e del Centro Nomentano, dove nei sottotetti si trovavano tracce di questa sostanza nociva. Nel quartiere Bravetta, invece, queste sono state trovate anche all'interno della caserma della Guardia di Finanza, luogo in cui hanno lavorato per anni centinaia di finanzieri.

 

Purtroppo questo materiale nocivo è stato abbandonato anche in alcuni parchi della Capitale, utilizzati in passato come discariche anche di sostanze tossiche, come ad esempio la riserva naturale della Marcigliana oppure il parco di Centocelle. Tuttavia, i problemi maggiori risultano nelle centinaia di abitazioni cittadine, in cui si trovano vecchi muri, condutture e tetti realizzati nei decenni passati, quando ancora non si conosceva la pericolosità dell'amianto e delle sue particelle. Un piano per l'individuazione e bonifica delle strutture a rischio esiste ed è il Piano Nazionale Amianto ideato dal governo Monti, tuttavia non è ancora attuabile a causa della mancanza di copertura finanziaria al progetto. In attesa dei fondi necessari e della sua attuazione, ogni anno in Italia si contano migliaia di morti dovuti alle patologie direttamente o indirettamente collegate all'amianto ed alle sue polveri, che vengono respirate.