Chi deve tradurre una frase o anche un breve testo di senso compiuto in un’altra lingua, sempre più spesso si affida ai traduttori online. Di cosa si tratta esattamente? Funzionano? E quando sono stati inventati?
Scopriamolo in questa guida, nella quale analizzeremo il concetto di intelligenza artificiale sottostante il meccanismo della traduzione online.
- Traduttori online: quando sono nati
- La nascita del primo traduttore online: Google Translate
- Traduttori online: funzionano?
- Come funziona la traduzione neurale
- I limiti dei traduttori online
Traduttori online: quando sono nati
Il traduttore online è un concetto tanto semplice quanto rivoluzionario.
Si tratta in fondo di inserire una parola o una frase all’interno di un semplice form, poi selezionare la relativa lingua in cui si vuole tradurla, per avere nel giro di pochi millisecondi la traduzione.
In realtà sotto questo semplice gesto si cela la cosiddetta ‘Neural Machine translation‘ .
Per comprendere di cosa si tratta si deve tornare indietro agli anni ’60.
Le prime traduzioni in realtà erano davvero pessime. Se si doveva tradurre una parola, il problema non sussisteva, ma nel momento in cui si passava ad una frase di senso compiuto, era proprio il senso che si perdeva.
Una prima soluzione ingegnosa fu trovata venti anni dopo in Giappone, da Makoto Nagao. Questo ricercatore sviluppò un sistema di traduzioni basate sulla ‘Statistical Machine Translation’. Cominciò a memorizzare milioni di frasi e di espressioni in diverse lingue, e il risultato fu davvero sbalorditivo.
La nascita nascita del primo traduttore online: Google Translate
Si dovette aspettare fino al 2006, anno in cui il colosso Google introdusse il primo vero strumento di traduzione online, ancora da perfezionare in effetti.
Lo strumento naturalmente era Google Translate, utilizzato anche dai professionisti del settore come Melascrivi.
Dopo 10 anni ci fu il salto di qualità definitivo, grazie all’assunzione del concetto di reti neurali di cui si sta parlando.
Il testo tradotto non veniva quindi più suddiviso in frasi separate e a volte in conflitto tra loro, ma il testo, mimando il funzionamento cerebrale, combinava le frasi in un concetto unitario con un senso logico.
Traduttori online: funzionano?
La domanda a questo punto è se i traduttori online, Google a parte, funzionino davvero e possano essere impiegati in maniera costruttiva da chiunque.
La risposta è sì, nel senso che i traduttori sono pensati proprio per mimare i processi mentali che portano alla formulazione di un concetto espresso dalle parole.
Tra i vantaggi di questi strumenti si ritrovano:
- la ricchezza dei vocabolari;
- la traduzione istantanea nella lingua di destinazione senza un primo passaggio in lingua inglese;
- la continua immissione di termini e frasi idiomatiche e il feedback delle comunità che lavorano per il miglioramento costante.
Come funziona esattamente questa traduzione ‘neurale’?
La traduzione neurale in pratica processa la probabilità che determinate parole si presentino in una certa sequenza.
Si tratta di qualcosa di molto scientifico in effetti, perché il sistema nervoso procede allo stesso modo.
Quando si ascolta qualcuno parlare, si va per parole chiave e ci si attende che la conclusione di una frase rispetti le sue premesse.
Questo è ovvio per i proverbi e i modi di dire che sono già strutturati, ma anche per le frasi discorsive.
Quindi più che la parola in sé, o meglio oltre alla parola, si traduce automaticamente la rete di significati e connessioni di quella parola con il resto della frase.
Del resto il traduttore che sfrutta il meccanismo della rete neurale, effettua la metà degli errori nel posizionare i termini di una frase e il 20% in meno di errori di grammatica.
La cosa più sbalorditiva di questi traduttori però, ed in questo senso si nota maggiormente la loro similitudine con il cervello umano, è la capacità di apprendimento.
Può sembrare un concetto ostico, ma in realtà è esattamente ciò che avviene.
Via via che traduce, il software immagazzina esempi di frase che poi utilizzerà nei medesimi contesti.
Ed è proprio quello che fa il cervello.
I limiti dei traduttori online
Il limite di un traduttore online è che non potrà mai a fare a meno dell’uomo.
Questo perché il programmatore opererà costantemente sull’implementazione dei termini e delle frasi nel software stesso.
Inoltre un programmatore potrà impostare un traduttore per ‘switchare’ la terminologia a seconda che si debba tradurre un documento legale, uno scientifico o uno di narrativa.
Infine, a seconda del settore di riferimento, sarà necessario che il programmatore imposti i termini esatti, per non incappare in traduzioni improponibili.
Se ad esempio si vuole tradurre un annuncio pubblicitario, si dovrà sapere in che modo le diverse lingue trasportano i termini ‘camicia da notte’ o ancora ‘rossetto’ o anche ‘caffettiera’ per non generare confusione sul prodotto stesso.
In conclusione poi, per poter usare al meglio un traduttore online che sfrutti il meccanismo delle reti neurali, ci sono alcuni utili accorgimenti da tenere sempre presenti per migliorare la qualità del testo tradotto.
Tra questi c’è senz’altro la necessità di digitare frasi semplici e coerenti, in cui il senso sia chiaro.
Del resto si tratta della stessa caratteristica che devono avere le frasi pronunciate nella propria lingua madre se si vuole essere capiti.
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