Negli ultimi giorno sentiamo parlare molto di BTP perché in un momento di instabilità come il nostro tenere sotto controllo i buoni tesoro poliennali ed il loro rapporto con i Bund tedeschi risulta essenziale per valutare se la direzione intrapresa dal nuovo governo sia giusta, almeno in ambito economico.
Nell’ultima settimana la tensione in merito è alta ed è rimasta tale a seguito del picco toccato il 29 maggio, apice della crisi politica.
Il rischio qui in Italia sembra essere dietro l’angolo, la preoccupazione è tanta perché le difficoltà potrebbero ritornare in caso di tensioni politiche che sembrano non mancare mai.
Tra gli scenari più temuti dal mercato vi è quelli di un nuovo scontro interno al Movimento Cinque Stelle-Lega che vede i due esponenti più chiacchierati, Salvini e Di Maio, sempre sulle spine pronti a rompere accordi necessari per il mantenimento di un equilibrio anche solo lontanamente veritiero.
Cosa ci racconta la storia
In questi giorni risulta infatti impossibile non rifarsi alla nostra storia ed in particolare all’anno 1992 e il 2011, due anni pessimi per i mercati italiani, anni che vorremmo dimenticare ma che come ogni cosa si ripresentano alla nostra porta.
In entrambi i casi il picco intermedio si è registrato tra luglio ed agosto ed è per questo che i prossimi mesi sembrano i più temuti.
La mattina del 27 luglio lo spread Btp-Bund viaggiava a 260 punti, mentre il rendimento Btp decennale sembra giunto al 2,9%.
Il rapporto economico-politico
Separare il mercato dalla politica appare in possibile in momenti come questo e le tensioni del governo appaiono come la miglior chiave per comprendere quanto stia accadendo su scala generale.
Gli ultimi sondaggi vedono la Lega a poco meno del 30% del consensi contro un 29,4% del Movimento cinque stelle, un dato che va attenzionato poiché, nonostante non vi siano argomentazioni che lo facciano pensare, il rischio che l’esponente del partito Matteo Salvini scelga di separarsi dai grillini non è del tutto assente.
L’aumento del sostegno per la Lega incoraggerà il partito di destra ad adottare un approccio nuovo e sempre più duro nei confronti della legge di bilancio del 2019, prevista per settembre.
L’Europa si prepara infatti ad una situazione critica a Bruxelles, sulla scia delle proposte del primo ministro Conte.
Infine, l’ultimo elemento di tensione riguarda le aste programmate per il 28 e 29 giugno per un totale di 17 miliardi di euro massimi che il Tesoro intende piazzare come di consueto.