Scegliere uno stile di vita ecosostenibile.
Fortunatamente sempre più persone, nel mondo, decidono di abbracciare uno stile di vita ecosostenibile, perché sensibili ai problemi ambientali, più attenti all’etica e alla sostenibilità. Sempre più persone si circondano, nella loro quotidianità, di oggetti in materiali cruelty-free, abbandonando quelli inquinanti e pericolosi per l’ambiente, in particolare le plastiche, scegliendo un’alimentazione a km zero, magari anche vegetariana o vegana. L’industria della moda per fortuna risponde, si adegua, offrendo alla domanda un’offerta, appunto, più eco-friendly, anche se la strada da fare è ancora tanta. Colui che sceglie consapevolmente di far parte di questo grande cambiamento amico del pianeta, dell’ambiente, degli animali, vuole che il cambiamento riguardi ogni settore, ogni aspetto della sua vita, a partire dalla sua abitazione, dall’attenzione al risparmio energetico, all’alimentazione, passando per lo stile di vita e arrivando all’abbigliamento. Perché, giustamente, a che serve scegliere di non mangiare più carne, se poi gli animali vengono ancora sfruttati o uccisi per la realizzazione di capi d’abbigliamento? Se vengono impiegate ancora pelli per produrre borse, scarpe, cinture, cappotti, la lana per farne maglioni, se ancora oggi gli animali vengono allevati appositamente per l’industria della moda? Da qui nasce l’esigenza di una moda vegana.
Come risponde la moda ad una richiesta sempre maggiore di eco sostenibilità?
Per fortuna anche la moda oggi risponde, si reinventa, ricerca e studia nuovi materiali, nuovi tessuti per offrire ad una fetta di mercato sempre più grande, un modo di vestire che sia in linea con i propri ideali, ma senza rinunciare al buon gusto e allo stile. Nasce cosi la moda vegana, quando un settore decide di cambiare strada e rinunciare alle materie di origine animale a favore di materiali di origine vegetale e comunque più ecosostenibili. Alcuni di essi possono addirittura sembrare bizzarri, ma sono frutto di grande impegno e grande ricerca.
Il pinatex è ricavato dall’ananas.
Un modo per sostituire la pelle impiegata nell’industria della moda, c’è, è il Pinatex, ricavato dalle fibre dell’ananas. Un’idea geniale venuta in mente ad una stilista spagnola, Carmen Hijosa, la quale ha deciso di sperimentare questo materiale che si presenta molto resistente e può essere anche colorato e stampato, per cui molto versatile.
Il pellamela, il similpelle fatto con le mele.
Il progetto questa volta è tutto italiano, di un ingegnere altoatesino che partendo dalla mela, attraverso un lavoro di polverizzazione degli scarti, arriva a realizzare un prodotto spesso e resistente adatto ad essere impiegato per la produzione di borse e valigie.
La pelle di albicocca, idea originalissima.
Che dire allora di accessori e capi realizzati con la buccia di albicocca? Chi avrebbe mai immaginato che potesse essere un materiale adatto alla produzione di borse, cinture e accessori? Invece è proprio così, a scoprire il tessuto alcuni designer olandesi, entusiasti delle sue caratteristiche di resistenza e impermeabilità.
Al posto del cotone, il Tencel.
Il Tencel è una fibra naturale, di pura cellulosa, ricavata dalle piante di eucalipto, 100% biodegradabile e la sua produzione rispetta assolutamente l’ambiente, quindi da preferire al cotone, rispetto al quale, oltre ad essere più ecosostenibile, è anche più traspirante e trattiene maggiormente l’umidità, creando un miglior confort cutaneo per chi lo indossa. Interessante anche dal punto di vista tattile, morbido e leggero, è molto piacevole da indossare a contatto con la pelle.
In Italia nasce l’orange fiber.
Una start up nata da due giovani ragazze siciliane ha scoperto il modo di ricavare una particolare fibra dagli scarti delle bucce di arance. Dalla lavorazione delle fibra viene fuori un tessuto pregevole e addirittura ricco degli oli essenziali degli agrumi, per cui, indossato, permette anche il rilascio di vitamine A e C sulla pelle. L’idea è piaciuta talmente tanto, che lo stilista Ferragamo ha voluto lanciare una sua linea realizzata con proprio con l’orange fiber.
In conclusione, si può dire che l’industria dell’alta moda è aperta a propensa al salto di qualità, verso la conquista di un nuovo e importante mercato, ma soprattutto verso il bene e la salvaguardia del pianeta.
Antonella Mancini